È arrivata anche Teheran
Tra escalation in Medioriente, elezioni immunitarie e Factanza Academy, buona settimana con le Weekly Pills!
L’Iran e Israele hanno iniziato ad attaccarsi (ha iniziato Israele però), e molti temono per la sicurezza della regione.
Alleanza Verdi e Sinistra vuole candidare Ilaria Salis alle Europee per garantirle l’immunità parlamentare e tirarla fuori dall’Ungheria.
In India da ieri è iniziato il voto per quasi un miliardo di persone, mentre Mario Draghi torna alla ribalta in Europa.
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Teheran vs Tel Aviv
Alla fine è successo. Sabato scorso l’Iran ha attaccato Israele e ieri Israele ha risposto: è la prima volta che i due Paesi si scontrano direttamente, ma la tensione ormai va avanti da più di 40 anni. Perché, quindi, proprio ora? Facciamo un passo indietro.
In tutti questi anni Israele e Iran hanno combattuto una specie di “guerra ombra”, fatta di sabotaggi e attacchi portati avanti da forze militari alleate (anche per questo si parla di “proxy war”, cioè di guerra per procura). Tutto è cambiato lo scorso 1° aprile, come abbiamo raccontato nell’ultima newsletter.
A inizio mese, infatti, un bombardamento israeliano contro l'ambasciata iraniana a Damasco, in Siria, ha ucciso Mohammad Reza Zahedi, un importante generale delle Guardie rivoluzionarie iraniane. E l’Iran ha deciso di rispondere a questo attacco sabato scorso, lanciando più di 300 tra droni e missili. Di questi, il 99% è stato intercettato e distrutto, anche grazie all’intervento degli Stati Uniti, del Regno Unito e della Giordania. Si sono registrati solo lievi danni e pochi feriti.
Dopo l’attacco, che era ampiamente atteso, per l’Iran la questione era “conclusa” e la ritorsione completata. Ma, nonostante le molte pressioni internazionali, ieri Israele ha deciso di colpire nuovamente l’Iran, questa volta direttamente.
Nella notte tra giovedì e venerdì, infatti, ci sono state alcune esplosioni nei pressi di una base militare vicino alla città di Isfahan, nell’Iran centrale, causate dai sistemi di difesa aerea iraniani che hanno intercettato un attacco con droni di portata limitata, con tutta probabilità compiuto da Israele, come riferiscono alcuni funzionari dei due Paesi.
Al momento non c’è stata nessuna conferma ufficiale da parte di Israele e le stesse autorità iraniane non hanno avanzato accuse su chi possa aver realizzato l’attacco. Anzi, le reazioni iniziali di entrambi i Paesi sono state piuttosto contenute, anche sui media locali e, come riporta il New York Times, questo potrebbe suggerire la “volontà di allentare le tensioni”, per evitare che si scateni un conflitto regionale più ampio. E molto più distruttivo.
Immunizzata
Nelle ultime settimane ci aveva provato anche il Partito Democratico, ma alla fine Ilaria Salis sarà candidata alle prossime elezioni europee con Alleanza Verdi e Sinistra (Avs).
L’8 e il 9 giugno si voterà per rinnovare il Parlamento europeo e il partito guidato da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni ha deciso di candidare l’insegnante e attivista italiana, detenuta da 14 mesi in Ungheria con l’accusa di aver aggredito tre neonazisti durante un raduno di estrema destra a Budapest.
L’obiettivo? Farle ottenere l’immunità parlamentare e, quindi, provare a farla uscire dal carcere di massima sicurezza in cui si trova, noto per le sue condizioni degradanti. Una possibilità che era stata presa in considerazione (ma poi accantonata) anche dal Pd.
Secondo il padre della donna, Roberto Salis, consultato dai leader di Avs, questa scelta è “più coerente con il trascorso politico” della figlia che ha preso questa decisione “non come via di fuga dal processo, ma per poterlo affrontare nella piena tutela dei suoi diritti”.
La candidatura in sé, però, non cambia molto la situazione attuale di Salis che dovrebbe comunque attendere in carcere l’esito delle elezioni. Solo in caso di vittoria le cose potrebbero cambiare: la magistratura ungherese, infatti, dovrebbe prima scarcerarla e poi eventualmente chiedere al Parlamento europeo di autorizzare un nuovo arresto e di poter proseguire il processo a suo carico. Che potrebbe andare avanti solo se una specifica commissione prima e il Parlamento poi dovessero negare l’immunità a Salis (che resterebbe comunque libera fino alla sentenza definitiva).
La detenzione dell’attivista è diventata un caso politico lo scorso gennaio, quando Salis è stata portata in catene in tribunale per la prima udienza del suo processo. Come poi è successo anche per la seconda, durante la quale le sono stati negati gli arresti domiciliari. E come, con tutta probabilità accadrà anche il 24 maggio, quando tornerà in Aula.
Nel resto del mondo
India al voto: Ieri sono iniziate le elezioni in India che porteranno a votare quasi un miliardo di persone. Dureranno 44 giorni, fino al 1° giugno. Tutti i sondaggi danno in vantaggio il partito di governo, il Bharatiya Janata Party, del primo ministro nazionalista Narendra Modi.
Un altro processo contro Trump: A New York è iniziato il primo di quattro processi penali contro Donald Trump (e il primo contro un ex presidente degli Stati Uniti). Trump è accusato di aver versato 130mila dollari all’attrice di film porno Stormy Daniel prima della campagna elettorale del 2016, per non farle rivelare di aver avuto dei rapporti sessuali con lui.
Incontro tra Xi Jinping e Scholz: Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in visita a Pechino, ha esortato il presidente cinese Xi Jinping a fare pressioni sulla Russia per far finire la guerra in Ucraina. Xi ha accettato di appoggiare i colloqui di pace previsti per giugno, a cui la Russia non parteciperà.
Mario Draghi per l’Ue: Per l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, intervenuto a una conferenza in Belgio, l’Unione europea ha bisogno di un “cambiamento radicale” per promuovere una strategia industriale comunitaria e ripristinare la competitività dei Paesi Ue.
Memorandum contro la disinformazione: Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha firmato con il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken un memorandum per la cooperazione tra i due Paesi sul tema della disinformazione, che prevede di utilizzare l’intelligenza artificiale per smascherare le manipolazioni.
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