Goodbye Boris
Tra leader britannici che levano le tende, la nuova ondata italiana e attentati che scuotono il mondo, buona settimana con le Weekly Pills!
Guai inglesissimi
I toast con i fagioli della Heinz hanno assunto di colpo un sapore amarognolo e il tè della Regina si è leggermente inacidito questa settimana in Gran Bretagna, visto che dopo i problemi con gli scioperi nazionali, le crisi post-Brexit, l’inflazione e gli scandali, adesso bisogna gestire anche una crisi di governo. Questo perché Boris Johnson, Primo Ministro britannico dal 2019, è stato costretto a dimettersi giovedì dopo una settimana decisamente movimentata.
Da mesi la situazione politica di Bojo era in salita, a causa dei vari scandali che nel tempo lo hanno visto protagonista, penultimo quello del “Partygate”, la serie di feste private tenute negli uffici governativi del 10 di Downing Street dai membri del governo (tra cui Boris) tra 2020 e 2021, quando tutto il resto della popolazione era rigidamente chiuso in casa sotto lockdown. L’approvazione popolare era via via crollata, e anche il supporto stesso del suo partito, la destra, era venuto meno: qualche settimana fa era stato tenuto un voto di sfiducia a cui Johnson era sopravvissuto con appena il 59% dei voti. Bisogna ricordare che il quasi ex premier era stato eletto nel 2019 con una maggioranza storica in Parlamento all’inteno del suo partito, un risultato che non si vedeva dall’elezione di Margaret Thatcher nell’87.
Il colpo finale è stato inferto da un nuovo scandalo scoppiato negli ultimi giorni e riguardante Christopher Pincher, l’ex “deputy chief whip” (una sorta di custode della disciplina di maggioranza in Parlamento) e fedele alleato di Bojo. Tutto è partito da un’inchiesta del giornale The Sun che ha rivelato come Pincher abbia in passato palpeggiato alcuni uomini in un gentlemen club. Questa notizia è stata completata con altre accuse simili ricevute nel 2019: il problema, oltre alle molestie per cui Pincher si è dimesso, è stato che apparentemente Boris Johnson era a conoscenza di tutto, nonostante avesse più volte negato, e il fatto che lo avesse comunque nominato alla carica politica. Quindi, con le spalle al muro e una popolarità ormai rasente quella di un neonato su un volo aereo, a Johnson sono arrivate le prime defezioni del suo governo: i primi due Ministri a dare le dimissioni sono stati Sajid Javid e Rishi Sunak (rispettivamente ministro della Salute e Cancelliere dello Scacchiere), due membri molto influenti del partito. Dopo di loro, a cascata, nell’arco di 48 ore 60 tra ministri e portaborse hanno finito per dimettersi, e persino una delegazione guidata dall’ex braccio destro di Boris, Michael Gove, gli ha chiesto personalmente le dimissioni.
Senza più alleati e senza più un governo, il futuro ex premier, che fino ad allora aveva sempre ribadito che non si sarebbe dimesso, ha dovuto fare l’impensabile, e giovedì ha annunciato il proprio ritiro dal ruolo di leader del suo partito. Di conseguenza, poiché nel Regno Unito il “prime minister” è il leader del partito di maggioranza, Bojo perderà automaticamente anche la carica di governo, ma non prima di ottobre probabilmente, visto che prima bisognerà trovare un sostituto (e la procedura per nominarlo è abbastanza lunga, con decine di votazioni interne al partito Tory). C’è sempre la possibilità che venga sostituito immediatamente dal suo partito in attesa del successore, vista la sua bassa popolarità. Staremo a vedere.
Finisce così la parabola di uno dei primi ministri più divisivi e chiacchierati della storia britannica. Che lo si ami o lo si odi, di sicuro ci mancheranno i suoi meme.
La buona notizia però è che Larry, il chief mouser (“acchiappatopi capo”) del 10 di Downing Street, rimarrà saldamente in carica: Larry è il gatto ufficiale degli uffici governativi, e ricopre dal 2011 una carica ufficiale portata avanti da generazioni di felini sin dal 1929. Si tratta di una mascotte britannica molto amata e con rapporti specifici con ogni primo ministro con cui ha condiviso l’ufficio: ne ha visti ben tre, David Cameron, Theresa May e Bojo, e probabilmente ne vedrà anche un quarto. Questo succede quando si fa bene il proprio lavoro (in realtà sembra che non sia rinomato per essere un cacciatore di topi esperto, ma a noi va bene così).
Ma anche l’Italia ha i suoi problemi
Domenica 3 luglio un pezzo del ghiacciaio della Marmolada, il gruppo montuoso delle Alpi orientali al confine tra la provincia di Trento e quella di Belluno, si è staccato ed è scivolato a valle. Per ora il bilancio è di dieci vittime, di cui sei identificate, ma qualcuno risulta ancora disperso. L’incidente, che ha catturato l’attenzione mediatica negli ultimi giorni, è stato da molti definito una catastrofe ambientale innescata dal cambiamento climatico. La notevole quantità di acqua liquida sul ghiacciaio ha causato lo sfaldamento di una vasta porzione di ghiaccio (quasi un terzo di una placca di 26mila metri quadrati). Secondo Fabrizio de Blasi, ricercatore dell’Istituto di Scienze Polari, a maggio e giugno di quest’anno la temperatura sulla Marmolada è stata di 2 gradi superiore alla media del periodo tra il 2008 e il 2021. Anche dal punto di vista delle precipitazioni nevose, il periodo tra lo scorso dicembre e febbraio è stato uno dei dieci più secchi e più caldi dal 1921. Questi due fattori, uniti alle temperature insolitamente alte di questo inizio d’estate, hanno contribuito a “scoprire” il ghiaccio e a esporlo alla fusione, in una misura che solitamente è osservabile ad agosto.
Il ghiacciaio della Marmolada è oggi a un decimo della sua estensione di 100 anni fa: la sua superficie si è ridotta di più del 70% e il suo volume di più del 90%.
Alla luce dell’accaduto, gli esperti hanno cominciato a chiedersi quali altri ghiacciai siano a rischio. Il principale osservato speciale è il Planpincieux, in Valle d’Aosta, anche se non si esclude che gli sfaldamenti possano riguardare ghiacciai storicamente meno colpiti da questi fenomeni.
Se stavate pensando di dimenticarvi del Covid-19 e di trascorrere un’estate tranquilla, mettendo da parte le mascherine e l’ansia, potreste esservi sbagliati. Una nuova ondata ha colpito il nostro paese, riportandoci a un numero di casi che non leggevamo da febbraio scorso: ieri ce ne sono stati 101mila, con 105 morti. Quella che sta facendo ammalare praticamente chiunque intorno a noi è la sottovariante BA 2.75, per la prima volta identificata in India. Si tratta dell’ennesima mutazione di Omicron, caratterizzata più che altro dalla sua alta contagiosità, dovuta alle diverse mutazioni della proteina spike, che la rendono capace di sfuggire agli anticorpi dei vaccini e di precedenti infezioni. Ogni positivo, infatti, può contagiare altre 20 persone (mentre la Omicron BA 5 ne contagiava tra le 15 e le 17). Per fortuna si tratta di una forma meno grave di quelle a cui siamo abituati, e questo è dovuto sia alla nostra copertura vaccinale sia a quella naturale (sviluppata da chi ha già contratto la malattia negli scorsi mesi, anche più volte). Se per il momento la possibilità di passare più tempo all’aperto ci permette di tenere maggiormente sotto controllo la diffusione del virus, potremmo doverci abituare all’idea di un autunno nuovamente segnato da restrizioni e dal proseguimento della campagna vaccinale, specialmente per le fasce più anziane della popolazione. L’unica nota positiva è che entro l’autunno dovremmo avere a disposizione dei vaccini specifici per la variante Omicron e le sue sottovarianti, che ci aiuteranno ad avere più protezione dall’infezione: la Ema (la Agenzia Europea del Farmaco) sta valutando anche la possibilità di rendere il vaccino anti-Covid annuale per le categorie vulnerabili, proprio come quello antinfluenzale.
Nel resto del mondo
“Quella non è mia”
Giovedì in Russia si è tenuta un’udienza importante nel contesto di un processo molto dibattuto. L’imputata era Brittney Griner, la cestista statunitense che a febbraio è stata arrestata all’aeroporto di Mosca perché in possesso di cartucce per un vaporizzatore, con olio di hashish. Griner ha ammesso che quelle cartucce erano sue, dichiarandosi di fatto colpevole e specificando di averle portate con sé per sbaglio. Per l’accusa di contrabbando la cestista rischia dieci anni di carcere, ma il processo ha tutta l’aria di essere una mossa politica contro gli USA: secondo alcuni media infatti la Russia vorrebbe fare uno scambio di prigionieri, liberando Griner in cambio di Viktor Bout, un trafficante di armi russo condannato a 25 anni per aver venduto grandi quantità di armi a terroristi e criminali di guerra.
Aggiornamenti di guerra
"In Ucraina non abbiamo neppure cominciato a fare sul serio". Putin, davanti ai leader parlamentari dell’Assemblea Federale, è tornato ad attaccare l'Occidente, «Vogliono sconfiggerci sul campo? Che ci provino», chiarendo ciò che il mondo ha capito da tempo: nessuna intenzione di negoziare per la pace.
Intanto l’esercito russo avanza, non senza difficoltà e con enormi perdite (grazie alle armi occidentali, per le quali Zelensky periodicamente ringrazia). Dopo la conquista di Lysychansk, la Russia controlla (quasi) tutta la regione di Lugansk, e ora cercherà di prendere quella di Donetsk. In particolare la città di Sloviansk è già sotto pesanti bombardamenti. La guerra riguarda anche il grano: rubato (la dogana turca ha fermato una nave cargo russa) e perso (dei missili russi hanno distrutto due silos a Odessa).
Ultima info: a Kyiv servono 750 miliardi per ricostruire l’Ucraina, in settimana c’è stata un convegno internazionale a Lugano per discuterne.
Hanno ucciso Shinzo Abe
Shinzo Abe, il popolare ex primo ministro giapponese, è stato assassinato da un attentatore che gli ha sparato alle spalle durante un comizio nella città di Nara. Il movente dell’attacco non è ancora chiaro, ma il colpevole, Tetsuya Yamagami, è un ex marine di 41 anni e ha riferito alla polizia di provare rancore nei confronti di un’organizzazione di cui Abe faceva parte. L’accaduto ha scosso profondamente il Giappone, dal momento che Abe è stato il primo ministro più longevo del paese (il che è abbastanza raro, visto che il governo nipponico ha un ricambio che ha poco da invidiare a quello italiano) nonché un politico estremamente popolare. Ma cos’ha fatto? Specialmente nel corso del suo secondo mandato (dal 2012 al 2020), dal momento che il primo è durato solamente dal 2006 al 2007, Abe ha risollevato l’economia del Giappone da una stagnazione decennale, grazie al piano di riforme noto globalmente come Abenomics. Ma l’ex premier era anche un convinto conservatore e nazionalista, e più volte il suo atteggiamento militarista gli è costato l’appellativo di “controverso”, oltre che l’antipatia della Cina e della Corea del Sud, che lo consideravano la tipica rappresentazione dell’imperialismo giapponese. Shinzo Abe era stato anche in grado di riallacciare i rapporti con gli Usa, prima con Trump e poi con Biden. Entrambi si sono detti estremamente addolorati dalla sua morte.
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Il Metaverso per ora è tutto un videogioco.
Voi li rubate i frutti degli alberi nei parchi pubblici?
I film di Hollywood sono sempre più cinesi.
La cronomedicina potrebbe cambiare il mondo.
Lui è Larry, il famoso acchiappatopi capo del Governo britannico. <3
Sarà un mese lungo.
Stai sul pezzo
Oggi alle 15 si tiene la finale femminile di Wimbledon tra Rybakina e Jabeur, mentre domani ci sarà la finale maschile tra Kyrgios e Djokovic.
Giovedì prossimo in Francia è la Festa nazionale, si festeggia letteralmente l’unità del paese, non la presa della Bastiglia come molti credono, ma comunque un po’ si festeggia anche quello.