Questi soldi russi
Tra asset russi congelati, banche giapponesi e questioni palestinesi, buona settimana con le Weekly Pills!
Recappigro
Il Consiglio europeo si è riunito, e ha preso una decisione potenzialmente molto importante per il futuro dell’Ucraina.
La situazione nella striscia di Gaza è sempre più grave, e Israele sta perdendo anche, piano piano, il supporto degli Usa.
La banca centrale svizzera ha deciso di abbassare i tassi di interesse, mentre quella giapponese ha deciso di alzarli.
Notizie dal Consiglio
“La guerra non è imminente”, ma è necessario "prepararci per il futuro e aumentare le nostre capacità di difesa”.
Le parole pronunciate in apertura del Consiglio europeo da Josep Borrell, l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, chiariscono bene i tre temi più discussi dai 27 capi di Stato e di governo dell’Unione europea, riuniti giovedì e venerdì a Bruxelles: sostegno all’Ucraina, sicurezza e difesa e Medio oriente. Ma andiamo con ordine.
Il Consiglio ha ribadito l’intenzione di finanziare la difesa dell’Ucraina, che ha un continuo bisogno di munizioni e mezzi militari per portare avanti la resistenza contro l’esercito russo. Ancora di più ora a causa del disimpegno militare statunitense (i 60 miliardi di dollari di aiuti militari sono ancora bloccati dai repubblicani al Congresso) che rende quindi indispensabile un maggior protagonismo dell’Europa.
In particolare i leader hanno stabilito di usare i beni russi “congelati” (cioè sequestrati) dall’inizio della guerra. L’idea, nata da una recente proposta della Commissione europea, prevede di sfruttare gli interessi maturati su questi beni (circa 3 miliardi di euro, di cui il primo potrebbe essere disponibile già entro luglio), per sostenere militarmente l’Ucraina, rafforzare la sua industria della difesa e la futura ricostruzione.
Si è discusso anche della possibilità di emettere titoli di Stato europei (i cosiddetti “eurobond”) per sostenere investimenti nel settore della difesa. Ma raccogliere fondi a questi scopi non mette ancora d’accordo tutti i Paesi.
Il Consiglio ha deciso di avviare i negoziati di adesione all’Ue con la Bosnia-Erzegovina: per l’ingresso effettivo potrebbero volerci anni, ma è un passo significativo verso l’allargamento dell’Unione (già lo scorso dicembre erano state avviate le procedure di Ucraina e Moldavia).
Si è parlato, infine, anche della drammatica situazione nella Striscia di Gaza: è stata richiesta una “pausa umanitaria immediata che porti a un cessate il fuoco sostenibile”, per poter fornire più aiuti e assistenza e contrastare la gravissima crisi umanitaria in corso nel territorio (dove si è ormai a un passo dalla carestia).
Israele e Rafah
“Sentiamo il rumore costante di scontri, spari, bombardamenti, elicotteri e aerei: tutto il giorno e tutta la notte”.
Attorno all’ospedale al Shifa, nella città di Gaza, la situazione ormai è “terrificante”: lo ha raccontato al New York Times Iyad Elejel, un palestinese che vive a 500 metri dalla struttura, attaccata domenica scorsa dall’esercito israeliano.
Un attacco che, però, si è trasformato presto in un lungo e violento assedio, tuttora in corso. Molte persone, infatti, sono intrappolate all’interno dell’ospedale e, se escono, rischiano di morire. Avere notizie sulle condizioni di medici e pazienti e delle strutture sanitarie non è facile: finora, stando alle comunicazioni dell’esercito, si sa che Israele ha ucciso 140 miliziani armati di Hamas e arrestato altre 600 persone, tra cui alcuni capi del gruppo.
L’operazione militare, infatti, è stata decisa proprio perché Hamas userebbe l’ospedale “per coordinare attacchi contro Israele”: una motivazione già avanzata lo scorso novembre, quando l’ospedale è stato attaccato per la prima volta. Da allora molti civili hanno lasciato il nord della Striscia per rifugiarsi a sud, in particolare a Rafah (dove ora si trovano quasi 1,5 milioni di palestinesi).
A proposito di Rafah, l’invasione non è (ancora) iniziata, ma venerdì scorso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto di aver approvato un piano per attaccare l’area via. Sarebbe prevista prima l’evacuazione dei civili e poi l’attacco, ma non sono ancora chiare le modalità (settimana scorsa si è parlato di spostare i rifugiati in “isole umanitarie” nel centro della Striscia, ma sembra un piano difficilmente realizzabile).
A seguito di queste scelte, l’operato di Netanyahu è messo sempre più in discussione: anche dagli Stati Uniti. Il presidente Joe Biden, infatti, ha ammesso che il primo ministro sta “danneggiando Israele più di quanto non lo stia aiutando” e ha ribadito che il Paese non dovrebbe invadere Rafah. Si è spinto oltre, invece, Chuck Schumer, il leader dei Democratici al Senato che settimana scorsa ha chiesto apertamente le dimissioni di Netanyahu.
Nonostante ciò, gli Stati Uniti continuano a fornire a Israele sostegno incondizionato alle operazioni militari nella Striscia: oggi, però, gli aiuti (militari ed economici) non sembrano più uno strumento di pressione così efficace come in passato.
Nel resto del mondo
La Svizzera abbassa tassi d’interesse: dopo che per due anni le grandi banche centrali hanno alzato i tassi di interesse per contrastare l’inflazione, la Banca centrale svizzera è stata la prima a ridurli: arrivano ora all’1,5%.
La Jank of japan invece li alza: per la prima volta dal 2007 la Banca centrale giapponese ha alzato i tassi di interesse tra lo 0 e lo 0,1%: prima erano al -0,1% per cercare di stimolare la crescita economica, ora con l’aumento dell’inflazione degli ultimi anni il Paese ha cambiato strategia.
Indovina chi ha vinto: Vladimir Putin, al potere da 24 anni, è stato eletto per un quinto mandato, con l’87% dei voti. Ci sono state varie iniziative di protesta (tra cui il “Mezzogiorno contro Putin” per andare a votare alla stessa ora come forma di opposizione silenziosa al regime) e diverse persone sono state arrestate.
Ancora meno libertà: il Consiglio legislativo di Hong Kong ha approvato una legge repressiva sulla sicurezza nazionale che limiterà la libertà di espressione e la possibilità di criticare il governo cinese. Votata all’unanimità, la legge prevede l’ergastolo per i reati di tradimento, insurrezione e sabotaggio della sicurezza del Paese.
Problemi di Dengue: in Brasile dall’inizio del 2023 sono stati registrati quasi 2 milioni di “casi probabili” di dengue, il numero più alto dal 2000 e quattro volte il totale dei contagi segnalati nello stesso periodo del 2023. Finora la malattia, trasmessa dalle zanzare, ha causato la morte di 561 persone.
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